Normative

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

L'attuale normativa di riferimento per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro entrato in vigore a Maggio 2008, abrogando la precedente normativa 626. Nel testo unico l'obbligo d'uso dei DPI è normato con l'art 75. I DPI devono essere usati quando i rischi non possono essere evitati o ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva o metodi di riorganizzazione del lavoro. I DPI inoltre devono essere conformi al D.Lgs. 475/92 e dunque il datore di lavoro, all'atto d'acquisto, deve verificare che sia disponibile la documentazione prevista costituita da dichiarazione di conformità da parte del produttore; marcatura CE; nota informativa. In particolare la nota informativa che contiene le istruzioni relative al deposito, all'impiego, alla pulizia, alla manutenzione e revisione, deve costituire un argomento oggetto di addestramento dei dipendenti.
Il requisito della certificazione CE "non è da solo sufficiente a definire come idoneo un DPI. Il datore di lavoro deve confrontare le caratteristiche del DPI con quelle necessarie nel contesto in cui si opera".


OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO E DEL LAVORATORE

Prima di valutare l'utilizzo di un DPI, come elemento di limitazione dei rischi, occorre verificare l'attuazione di tutti gli accorgimenti tecnici o organizzativi tendenti ad eliminare o ridurre i rischi attraverso misure preventive. Risulta, pertanto, necessario analizzare gli elementi di rischio per ogni attività lavorativa e individuare relativamente ad ogni mansione i DPI adeguati. E' infatti, in caso di rischi residui imprevedibili o inevitabili, che il lavoratore deve essere protetto allo scopo di eliminare o ridurre le conseguenze. Il dispositivo di protezione individuale è pertanto l'ultima barriera a protezione dei rischi di eventuali lesioni. L'identificazione dei DPI e la valutazione dei rischi sono attuate dal Datore di lavoro, in collaborazione con il Responsabile del Servizio Protezione e Prevenzione (RSPP) e/o il Medico del lavoro.

Essi devono pertanto:

  • individuare le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi suddetti;
  • individuare le condizioni in cui un DPI deve essere usato anche sulla base delle istruzioni d'utilizzo fornite attraverso la Nota informativa;
  • informare preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali i DPI lo protegge ed addestrarlo sull'uso corretto

I lavoratori sono, a loro volta, tenuti all'obbligo di:

  • non modificare i DPI messi a loro disposizione;
  • utilizzare i DPI secondo le disposizioni del datore di lavoro;
  • avere cura dei DPI assegnati segnalandone eventuali guasti, usura o difetti.

Si ricorda poi che, riguardo alla conservazione e manutenzione, la norma UNI 10720 indica che, per tutti i dispositivi che necessitano di manutenzione, "deve essere tenuto un registro relativo a immagazzinamento e manutenzione" il quale andrà predisposto all'interno della valutazione dei rischi.


CERTIFICAZIONE E MARCATURA CE

La certificazione CE è un atto mediante cui un Organismo indipendente, notificato alla Comunità Europea, attesta che un prodotto possiede le caratteristiche ed i requisiti essenziali previsti dalla direttiva europea e dalle norme tecniche di riferimento. La certificazione si evidenzia con l'apposizione della marcatura CE sul prodotto che rappresenta indice di 'presunzione', per acquirenti ed utilizzatori, della conformità alle direttive europee e garantisce la libera circolazione dei prodotti all'interno della CEE. La certificazione aiuta quindi l'utente fornendo informazioni quali la categoria di appartenenza del DPI, indicazioni su impieghi e limiti, valori prestazionali, elementi necessari per individuare il dispositivo adeguato alla situazione ambientale della realtà lavorativa.

 

CLASSIFICAZIONE DEI DPI

I DPI vengono suddivisi in tre categorie in base alla gravità del rischio da cui devono salvaguardare il lavoratore. Appartengono alla prima categoria i DPI, di progettazione semplice, destinati a proteggere la persona da rischi di danni fisici di lieve entità (azioni lesive superficiali prodotte da strumenti meccanici, azioni lesive lievi e reversibili causate da prodotti per la pulizia, ordinari fenomeni atmosferici ecc.). Essi devono essere muniti di autocertificazione rilasciata dal fabbricante, che produce e commercializza il prodotto dichiarandone la conformità ai requisiti essenziali definiti dalla direttiva. Sono definiti di seconda categoria i dispositivi che proteggono da danni fisici non di lieve entità ma neppure da morte o lesione grave e permanente.
In questo caso è indispensabile l’ottenimento del certificato di esame CE di tipo rilasciato da un Organismo notificato.
Infine appartengono alla terza categoria i DPI, definiti di progettazione complessa, destinati a salvaguardare da rischi di morte o lesione grave e di carattere permanente per i quali l’ente notificato oltre ad attuare le verifiche necessarie per il rilascio della certificazione svolge attività di controllo attraverso verifiche sul prodotto o sorveglianza del Sistema di Qualità aziendale.
Ottenuta la certificazione i DPI potranno riportare il marchio CE e saranno accompagnati dalla Nota informativa fornita obbligatoriamente dal produttore.

 


 

NORMATIVE ABBIGLIAMENTO  - EN340 - Requisiti generali

È la norma che specifica i requisiti prestazionali generali per ergonomia, innocuità, designazione delle taglie, invecchiamento, compatibilità e marcatura degli indumenti e le informazioni che devono essere fornite dal fabbricante con l'indumento di protezione

 

Protezione certificata contro il freddo

EN 342 è la norma che specifica i requisiti ed i metodi di prova per le prestazioni d'insieme di completi di indumenti e di singoli capi di abbigliamento per la protezione contro il freddo a temperature inferiori ai -5° C (es. freddo estremo o celle frigorifere). Per ottenere la miglior protezione contro il freddo, i tuoi indumenti devono essere asciutti e devi indossare guanti, copricapo ed accessori simili per evitare il raffreddamento locale. Chiudi gli indumenti ermeticamente e fissali bene, ad esempio sul polso. Ogni singolo indumento è protetto con determinate classi di protezione. Il primo numero indica la penetrazione dell’aria (AP) con classi da 1 a 3, dove 3 indica la classe di protezione più alta. Il secondo numero indica la penetrazione dell’acqua con classi da 1 a 2, dove 2 indica la classe di protezione più alta.

Nella etichetta devono essere indicati:

  • Marchio o mezzo di identificazione del fabbricante o rappresentante
  • Nome o codice del prodotto
  • Taglia
  • Norma di riferimento
  • Istruzioni per la manutenzione e numero di cicli di lavaggio
  • Pittogramma

 


Abbigliamento da lavoro traspirante, impermeabile ed antivento

EN 343 è la normativa europea per gli indumenti di protezione ed indica l’indice di protezione contro gli effetti delle precipitazioni (es. pioggia, neve), della nebbia e dell'umidità del suolo. La descrizione indica due caratteristiche. Il primo numero indica l’impermeabilità ed il secondo numero la traspirabilità del prodotto globale.  In entrambe le scale il valore possibile è tra 1 e 3, con 3 che indica la classe più alta.

  • Resistenza alla penetrazione dell'acqua (Wp) in Pascal: misurazione della resistenza alla penetrazione del materiale esterno e delle cuciture sotto una pressione dell'acqua di (980+/- 50) Pa/min. Divisa in due livelli ( da 1 a 2) dal meno impermeabile al più impermeabile.
  • Resistenza al vapore acqueo (RET) in (M2.PA)/Wp: misurazione della resistenza all'evaporazione. Maggiore è la resistenza all'evaporazione di un prodotto , più questo prodotto costituisce un ostacolo importante al passaggio del vapore acqueo : un prodotto traspirante ha una resistenza all'evaporazione debole. Divisa in tre classi (da 1 a 3) dal meno traspirante al più traspirante.

 


Abbigliamento ad alta visibilità 

I capi ad alta visibilità consentono ai lavoratori esposti a situazioni di pericolo sulla strada, di distinguersi con

evidenza sia di giorno sia di notte, riducendo i rischi di incidenti sul lavoro.
Questi prodotti sono caratterizzati da una doppia certificazione:

la prima concerne la conformità dei capi ai requisiti specificati nella Norma UNI EN 471:04,

la seconda attiene alla certificazione dei materiali utilizzati:

il tessuto 60% cotone 40% poliestere è certificato secondo la Norma UNI EN 471:04 garantendo, oltre ai requisiti di base, il giusto rapporto tra fibre naturali e fibre sintetiche per assicurare massima traspirabilità, lunga durata ed elevata luminescenza del tessuto, anche dopo frequenti lavaggi.
Le bande rifrangenti in tessuto grigio sono anch'esse certificate in conformità alla Norma UNI EN 471:04

A seconda delle caratteristiche di alta visibilità, un indumento può appartenere a una delle tre CLASSI prescritte dalla norma.

CLASSE 3:
La banda rifrangente non deve avere un'altezza minima inferiore a 50 mm ed una superficie totale minima non inferiore a 0,20 m2. Il materiale fluorescente di fondo non deve avere una superficie inferiore a 0,80 m2
CLASSE 2:
La banda rifrangente non deve avere un'altezza minima inferiore a 50 mm ed una superficie totale minima non inferiore a 0,13 m2. Il materiale fluorescente di fondo non deve avere una superficie inferiore a 0,50 m2
CLASSE 1:
La banda rifrangente deve avere una superficie minima di 0,10 m2. Il materiale fluorescente di fondo deve avere una superficie minima di 0,14 m2

Solo a titolo indicativo, le tute e le giacche complete con pantaloni sono di classe 3, le giacche con maniche in colore alta visibilità sono in classe 2, i gilet sono in classe 2 mentre le bretelle sono in classe 1. Oltre ai requisiti di superficie, anche la confezione deve seguire determinate regole circa la posizione e la distanza delle bande rifrangenti e i tratti minimi di discontinuità tra le bande. Per esempio, se si indossa una giacca certificata sbottonata od aperta davanti, quindi con una interruzione della banda rifrangente superiore a cm 3, è come se si indossasse una giacca NON certificata. A tal proposito, si consiglia di indossare sotto la giacca o il gilet una camicia o una maglietta ugualmente certificata. Anche la pulizia è importante. Quando un capo è sporco, questo perde le sue caratteristiche di alta visibilità e deve essere quindi lavato. Per questo nella marcatura si devono indicare i cicli di lavaggio ai quali il capo resiste senza perdere le proprie caratteristiche.

La norma per ogni capo d’abbigliamento è costituita da due numeri:

Il primo indica la classe di sicurezza globale del prodotto. Viene determinato dall’area del tessuto a metraggio fluorescente e dall’area dei riflessi. I prodotti vengono classificati 1-3 dove 3 è la classe migliore (sicurezza più alta). Anche se il prodotto di per sé non appartiene alla classe 3, quest’ultima può essere attribuita all’insieme dell’abbigliamento abbinandolo ad un altro prodotto.

Il secondo numero indica la capacità del riflesso di riflettere la luce.

Ci sono due classi: 1 e 2, con 2 che rappresenta la classe più alta.

MANUTENZIONE DEL CAPO

II capi alta visibilità possono essere sottoposti fino a 50 cicli di lavaggio industriale a 60° mantenendo invariate le caratteristiche del tessuto (luminescenza, stabilità dimensionale).

 

 

Indumenti di protezione per utilizzatori di seghe a catena portatili

La normativa regola i capi di protezione per operatori con motoseghe a catena e differenzia a seconda del capo tra:

  • EN 381-5 Specifiche per protezione gambe
  • EN 381-7 Specifiche per guanti di protezione
  • EN 381-9 Specifiche per ghette di protezione
  • EN 381-11 Specifcihe per giacche di protezione in base alla velocità della catena della motosega il prodotto rientra in una delle 4 classi
  • Classe 0 16 metri al secondo
  • Classe 1 20 metri al secondo
  • Classe 2 24 metri al secondo
  • Classe 3 28 metri al secondo

 

MULTIPRO

I capi della linea MULTIPRO garantiscono una tripla protezione a chi li indossa: protezione dai rischi legati a lavori di saldatura e procedimenti connessi, dall'esposizione al calore, da spruzzi di liquidi chimici e da rischi derivanti da cariche elettrostatiche. Si tratta di DPI di seconda categoria, certificati secondo le norme:

UNI EN 340:2004 - Indumenti di protezione. Requisiti generali

Indumenti di protezione per lavoratori dell'industria esposti al calore (esclusi gli indumenti per i vigili del fuoco e saldatori).

 

Indumenti di protezione per saldatura e procedimenti connessi. Requisiti generali.

 

  Indumenti di protezione. Proprietà elettrostatiche.

 

Indumenti di protezione individuale contro spruzzi di liquidi chimici.

 

Indumenti protettivi contro l'effetto termico dell'arco elettrico.

 

Oltre alla tripla protezione, il Multipro è un prodotto che assicura stabilità dimensionale, comfort garantito da un tessuto composto da un'alta percentuale di cotone, idoneità ai lavaggi industriali, proprietà "flame retardant" e antistatiche permanenti, in quanto intrinseche del tessuto. Il Multipro è un prodotto indicato per gli operatori del settore petrolchimico, di aziende di manutenzione gas, aziende municipalizzate, aziende chimiche e della protezione civile.

 

REQUISITI DI PROGETTAZIONE

I materiali utilizzati assicurano protezione contro le fonti di calore insieme a particolari accorgimenti nella realizzazione del capo, come ad esempio la copertura dei bottoni e di tutte le parti metalliche, l'assenza di etichette infiammabili cucite all'esterno e la lunghezza misurata dei pantaloni in modo che coprano la scarpa senza creare risvolti. La foggia degli indumenti è studiata in modo da garantire che non ci siano parti in cui sostanze liquide chimiche possano venire a contatto con il corpo o in cui possano ristagnare. Assicura anche la dissipazione delle cariche elettrostatiche attraverso l'indumento ed un contatto diretto con la pelle del componente conduttivo del tessuto, per esempio al collo e ai polsi.

 


Protezione contro le saldature e procedimenti connessi

La norma descrive i requisiti minimi per gli indumenti di protezione utilizzati durante la saldatura e procedimenti connessi con rischi assimilabili.  La suddivisione è in due classi, 1 e 2. La classe 2 è quella più alta (= quella che offre la maggiore protezioni.

  


Protezione contro calore e fuoco 

Abbigliamento per la protezione contro calore e fuoco (esclusi gli indumenti per i vigili del fuoco e saldatori).  Questo standard descrive indumenti esterni in tessuto flessibile, progettati per proteggere il corpo dell’utente, con l’esclusione delle mani, contro calore e/o fuoco.  Eccetto cappucci e ghette gli indumenti per la protezione di capo, mani e piedi non sono compresi.

Il PROBAN è un processo di finissaggio che rende i tessuti ignifughi. L'efficacia di questo trattamento si realizza attraverso diversi passaggi nell'impianto industriale di finissaggio. Il processo inizia con la fase di impregnazione delle molecole di PROBAN, sufficientemente piccole e lineari, le quali vengono fatte penetrare all'interno della fibra di cotone. Nell'essiccatore si elimina l'eccesso di umidità delle fibre per preparare il tessuto al trattamento con ammoniaca gassosa. In questa fase si avvia il processo di polimerizzazione del PROBAN, che utilizza l'ammoniaca per aumentare la ramificazione fino a renderlo fisicamente intrappolato e quindi fissato nella fibra di cotone. L'ossidazione e la neutralizzazione finale stabilizzano e rimuovono eventuali impurezze del tessuto trattato. Il processo di formazione del polimero è irreversibile. Il PROBAN polimerizzato è inerte e non può essere rimosso dal tessuto mediante lavaggio. Esso è intrappolato all'interno della fibra di cotone quindi può essere allontanato, insieme alle fibre del tessuto, solo mediante abrasione meccanica. Gli indumenti produttivi in PROBAN sono attualmente conformi alle Norme UNI EN 11611:2008 Classe 1 A1 "Indumenti di protezione per saldatura e procedimenti connessi" e UNI EN ISO 11612:2009 A1-B1-C1-E1-F1 "Indumenti per la protezione contro il calore e la fiamma" con i seguenti livelli di prestazione:

  • A1 Propagazione della fiamma;
  • B1 Prova calore convettivo da 4 a < 10 secondi;
  • C1 Prova calore radiante da 7 a < 20 secondi;
  • E1 Prova di protezione schizzi di ferro fuso da 60 a < 120 gr.
  • F1 Prova contatto calore da 5 a < 10 secondi.

 

 

Lavoro sotto tensione

Abbigliamento di protezione contro il pericolo termico di una saldatura ad arco elettrica. Determinazione della classe di protezione per la saldatura ad arco del materiale e de l’abbigliamento durante l’uso di saldatura ad arco indotta o controllata (box test). La suddivisione è in due classi, 1 e 2. La classe 2 è quella più alta (= quella che offre la maggiore protezione).

 

Indumenti di protezione con caratteristiche elettrostatiche

EN 1149-3:2004 – attenuazione della carica.
Questa normativa descrive l’attenuazione della carica elettrostatica dalla superficie del materiale dell’indumento.  


EN 1149-5:2008 – prestazioni e design del materiale
Questa normativa descrive i requisiti per i materiali e la costruzione di indumenti di protezione con conduzione elettrostatica, da utilizzare come parte di un sistema di messa a terra ed evitare così una scarica infiammabile.

Requisiti generali:

DPI consigliabili per l'utilizzo in ambienti ATEX poichè non creano il rischio di innesco esplosione da parte di cariche elettrostatiche. Il livello di questo rischio deve essere identificato dagli organismi preposti dall'azienda stessa. Normativa di riferimento dei nostri DPI = UNI EN 1149-5:2008, indumenti di protezione - proprietà elettrostatiche - requisiti prestazionali. NB: Indossando un completo di capi con diversi livelli di protezione, il capo col livello di protezione inferiore determina il livello di protezione complessivo. Il DPI deve vestire interamente l'operatore. L'utilizzo di questi prodotti è particolarmente sentito nelle aziende di produzione di microchip, componenti elettronici, nelle aree di verniciatura etc. Gli indumenti di protezione che dissipano cariche elettrostatiche costituiti da un indumento a uno o a due pezzi devono essere sempre in grado di coprire il corpo, le braccia e le gambe. Sono progettati per consentire una dissipazione delle cariche attraverso il capo di abbigliamento e per consentire il contatto diretto con la pelle del componente conduttivo del materiale dell'indumento (esempio al collo e ai polsi). Il tessuto antistatico prodotto con la fibra Dupont's NEGA-STAT lavora sul principio di carico di induzione.

  • Ogni fibra è costituita da un nucleo elettricamente conduttivo interamente coinvolto in una guaina in Dracon.
  • Le cariche elettriche sono indotte e neutralizzate nel nucleo.
  • La guaina in Dracon protegge il nucleo da frammentazioni, scintille e degradazioni di ogni tipo.
  • Si esclude la possibilità di particolari interferenze e la perdita di proprietà antistatiche.
  • Elevata resistenza dei tessuti sottoposti a numerosi lavaggi alle seguenti temperature: 60° per lavaggi domestici, 85° per lavaggi industriali.

 

Indumenti di protezione contro sostanze chimiche liquide

EN 13034/EN 13034+A1. La normativa descrive i requisiti di prestazione degli indumenti di protezione contro le sostanze chimiche che offrono una protezione limitata contro sostanze chimiche liquide (accessori di tipo 6 e di tipo PB [6]). Indumenti di protezione con rendimento limitato da utilizzare in caso di esposizione potenziale a piccoli spruzzi, nebulizzazione di liquidi o spruzzi a bassa pressione o lievi.

 

Indumenti di protezione individuale contro spruzzi di liquidi chimici. Rischio chimico di tipo 6.

Gli indumenti sono studiati per l'impiego in ambienti e nelle situazioni dove l'operatore è esposto a rischi chimici derivati da piccoli spruzzi di liquidi, spray, aerosol etc.  Gli indumenti di protezione devono essere confezionati in modo da permettere all'utilizzatore la massima libertà di movimento e comfort (EN 340:04). Il design dell'indumento deve assicurare che non ci siano parti in cui il liquido può venire a contatto con il corpo, né tanto meno ci siano parti in cui alcuna sostanza possa ristagnare per un tempo indeterminato. Il corpo deve necessariamente essere ricoperto interamente: per questo l'indumento di protezione dovrà essere intero (tuta) o composto da un completo (giubbino abbinato a pantaloni e salopette). Il tessuto certificato per questo tipo di impiego è MERAKLON (100% fibra polipropilenica) del peso di ca. 200gr/m2 e proposto in colore blu navy. Taluno assolve agli adempimenti sopra descritti e mantiene inoltre buone caratteristiche di resistenza all'usura e ai trattamenti igienici, è irrestringibile e non perde la colorazione, è di facile manutenzione e non dà luogo ad alcuna allergia.

 

ANTIMPIGLIAMENTO

Specifiche per indumenti di protezione da utilizzare in presenza di rischio di impigliamento con parti in movimento

La linea antimpigliamento indica i capi conformi ai requisiti dettati dalla Norma UNI EN 510. Secondo questa normativa i capi devono essere confezionati in maniera tale da ridurre al minimo il rischio di impigliamento o trascinamento quando il lavoratore opera su macchine o in prossimità di apparecchiature in movimento. Le estremità delle maniche e dei pantaloni aderiscono perfettamente al corpo grazie alla chiusura ad elastico predisposta per evitare eventuali impigliamenti. Inoltre, tutte le cuciture sono ribattute all'esterno, mentre le tasche non hanno aperture all'esterno, ma sono accessibili solo dall'interno. Gli indumenti antimpigliamento sono conformi alle Normative UNI ENI 510 "Specifiche per indumenti di protezione da utilizzare in presenza di rischio di impigliamento con parti in movimento" e UNI EN 340:04 la cui conformità garantisce il massimo comfort compatibile con una protezione adeguata.

   

NORMATIVE ANTIRUMORE

I danni provocati dal rumore continuano a rappresentare un costo enorme per le Aziende. Dati statistici confermano che un’ esposizione equilavente a 85 DBA per 35 anni lavorativi provoca il 15% di possibilità che il lavoratore si ammali di ipoacusia. Un’ inchiesta EUROSTAT (2004) ha evidenziato che la perdita uditiva é addirittura la quarta malattia professionale in termini di riconoscimento.

Le principali norme per i DPI di protezione dell’udito sono le seguenti:

  • EN 352/1 cuffie
  • EN 352/2 inserti auricolari
  • EN 352/3 cuffie per elmetto
  • EN 352/4 cuffie elettroniche

 

Nell’indicazione dell’attenuazione media di un DPI compaiono i valori espressi in decibel H, M, L che rappresentano l’attenuazione media del dispositivo alle ALTE, MEDIE e BASSE frequenze. L’SNR indica invece l’attenuazione media del protettore su tutto lo spettro di frequenze. In attuazione della Direttiva 2003/10/CE relativa all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore) è entrato in vigore il D. Lgs. 195/06 che abroga il D. Lgs. 277/91 e l’art. 24 del DPR 303/56 (per il danno all’udito).

Questa è la sintesi dei cambiamenti più significativi: Abbassamento del valore limite (3dBA).

  • Valore inferiore: 80 dBA; il datore di lavoro mette a disposizione i DPI
  • Valore superiore: 85 dB(A); è obbligatorio l’utilizzo del DPI. Il datore di lavoro e l’RSPP, previa consultazione con l’RLS, scelgono il DPI idoneo e verificano il loro utilizzo.
  • Valore limite: 87 dB(A); valore che non si può superare nell’ambiente di lavoro, tenuto conto dell’abbattimento dato dalle eventuali soluzioni tecniche sulla fonte del rumore più quello del DPI. Maggiore attenzione agli aspetti di impulsività del rumore

Attuazione di alcuni obblighi a valori soglia più bassi (delimitazione-segnalazione aree a rischio, fornitura DPI, ecc). Obbligo di redazione e attuazione di un programma di bonifica (al valore superiore di azione).

  

NORMATIVE CALZATURE 

Le calzature all’interno di ogni classe di sicurezza hanno delle caratteristiche comuni. Le classi di sicurezza sono elencate con le classi più ricche di caratteristiche all’inizio.

Classe di sicurezza S3

Sicurezza totale: Scarpe e stivali idrorepellenti/impermeabili con protezione antiperforazione e rinforzo dita

Opzioni:  Diversi sistema di chiusura, scarpe e stivaletti, con e senza fodera, impermeabili ed idrorepellenti, in materiali diversi. Alcuni dotati di suole in Vibram® e resistenti a temperature fino a 300° C. Il comfort di camminata è sempre perfetto.
Utilizzato in particolare da: Persone che svolgono un’attività all’aperto e che necessitano di calzature particolarmente robuste in grado di contrastare la pioggia.

 

Classe di sicurezza S1P

Sicurezza totale: Scarpe e stivali con protezione antiperforazione e rinforzo dita. Non idrorepellenti.
Utilizzato in particolare da: Persone che necessitano di calzature particolarmente robuste per uso domestico, estivo o occasionalmente durante il corso dell’anno. 

Classe di sicurezza S2

Scarpe e stivali idrorepellenti con rinforzo dita, SENZA protezione antiperforazione.
Utilizzato in particolare da: Persone che hanno l’esigenza di proteggersi dalla caduta di oggetti e che transitano su supporti fissi e piani senza dover correre il rischio di calpestare oggetti pericolosi. La calzatura è adatta sia per esterni sia per interni grazie al materiale di rivestimento idrorepellente e traspirante.

Classe di sicurezza S1

Calzature con rinforzo dita, SENZA protezione antiperforazione
Utilizzato in particolare da: Persone che hanno l’esigenza di proteggersi contro la caduta di oggetti e che transitano su supporti fissi e piani e che non corrono il pericolo di calpestare oggetti appuntiti. Per uso interno ed esterno nel periodo estivo. 

Classe di sicurezza O1

Scarpe da lavoro SENZA protezione antiperforazione e rinforzo dita. 
Utilizzato in particolare da: Persone che hanno esclusivamente bisogno di una protezione antistatica.

 

Le calzature di sicurezza sono suddivise in classi secondo la protezione fornita, ad esempio S1P e S3. Qui trovi una panoramica sui vari requisiti delle classi di sicurezza.

Clicca sulle singole definizioni per una spiegazione del contenuto. 

Classi d sicurezza

 

    O1

 

     S1

 

   S1P

 

     S2

 

    S3

 

Rinforzo dita

 

 

       •

 

       •

 

       •

 

       •

 

Idrorepellente o impermeabile

 

     

       •

 

       •

 

Protezione antiperforazione

 

   

       •

 

 

       •

 

Proteggicaviglia

 

     

 

 

 

Norme Europee per le calzature di sicurezza ad uso professionale CE EN ISO 20345

  • SB: REQUISITI MINIMI DI BASE • puntale di acciaio assorbimento energia di 200J e contro schiacciamento da 15 KN, suola in qualsiasi tipo di materiale, anche liscia
  • CLASSE I: tutti i materiali in pelle o similari, tranne polimeri naturali o sintetici
  • CLASSE II: tutti i materiali in polimeri naturali e sintetici
  • S1: REQUISITI DI BASE INTEGRATI DA: antistaticità, capacità di assorbimento di energia del tallone, zona del tallone chiusa
  • S2: REQUISITI DI BASE + S1 INTEGRATI DA: impermeabilità all'acqua
  • S3: REQUISITI DI BASE + S2 INTEGRATI DA: suola anti-perforazione, suola carrarmato
  • S4: CLASSE II: antistaticità, capacità di assorbimento di energia del tallone
  • S5: Come S4 + suola anti-perforazione, suola carrarmato

 

 
 
SB
S1
S2
S3
S4
S5
A
CALZATURA ANTISTATICA
-
X
X
X
X
X
E
ASSORBIMENTO DI ENERGIA DEL TALLONE
-
X
X
X
X
X
WRU
IMPERMEABILITÀ DINAMICA DELLA TOMAIA
-
-
X
X
-
-
P
LAMINA ANTIFORO
-
-
-
X
-
X
CI
ISOLAMENTO DAL FREDDO
-
-
-
-
-
-
HI
ISOLAMENTO DAL CALORE
-
-
-
-
-
-
C
CALZATURA CONDUTTIVA
-
-
-
-
-
-
HRO
RESISTENZA AL CALORE PER CONTATTO
-
-
-
-
-
-
X  : Significa che la specifica è presente

 

RESISTENZA ALLO SCIVOLAMENTO

  • SRA: prova su ceramica / soluzione detergente
  • SRB: prova su acciaio / glicerina
  • SRC: SRA + SRB (N.B. massima resistenza allo scivolamento)

Il solo marchio "CE" non è sufficiente per stabilire la qualità della calzatura, bisogna analizzare anche le sigle. La norma, comunque, non precisa il tipo di tomaia, che può essere di pelle o sintetica.

  • EN ISO 20346 (calzature protettive ad uso professionale): differisce dalla EN ISO 20345 per puntale d’acciao assorbimento energia di 100J e contro schiacciamento da 10 KN.
  • EN ISO 20347 (calzature da lavoro ad uso professionale): Esse sono sostanzialmente identiche alle calzature analizzate precedentemente. Si differenziano per non avere un puntale di protezione contro gli urti e schiacciamento e la marcatura avviene sostituendo la lettera “S” e “P” con “O” ( dall’inglese “occupational” = lavoro) e pertanto si identificano con 01, 02, 03.
  • EN345 - EN346 - EN347: normative ancora valide per i modelli certificati anteriormente all’introduzione delle normative EN ISO 20345 / EN ISO 20346 / EN ISO 20347

  

NORMATIVE GUANTI

 Requisiti generali e metodi di prova

La norma definisce i requisiti generali e i corrispondenti procedimenti di prova per la progettazione e la fabbricazione dei guanti, la resistenza dei materiali dei guanti alla penetrazione dell’acqua, l’innocuita  (valore di pH entro range 3,5 - 9,5, contenuto di Cromo VI < 3 ppm, contenuto proteine estraibili), la confortevolezza e l’efficienza (taglie, destrezza, permeabilita e assorbimento del vapore acqueo), la marcatura e le informazioni fornite dal fabbricante applicabili a tutti i guanti di protezione. Il guanto e  un prodotto per la salvaguardia individuale che protegge la mano e le varie parti della mano. Il guanto potrebbe inoltre coprire parte dell’avambraccio e del braccio. L’indice di prestazione, indicato normalmente da un numero tra 0 e 4 (5 nel caso del taglio), riflette il comportamento del guanto ad una determinata prova. Tale graduatoria consente quindi di classificare i risultati della prova. Il livello 0 indica che il guanto non e  stato provato o che non ha raggiunto i requisiti minimi. Un livello di prestazione X indica che il metodo di prova non e  adatto al campione di guanto testato. Ad un numero alto corrisponde normalmente un alto livello di prestazione.

 

Guanti di protezione contro prodotti chimici e microrganismi

§  * EN 374 -1. La norma specifica i requisiti dei guanti destinati a proteggere l’utilizzatore contro prodotti chimici e/o microorganismi e definisce i termini da utilizzare. Essa deve essere utilizzata unitamente alla UNI EN 420. La norma non specifica i requisiti per la protezione contro i pericoli meccanici.

§  * EN 374 -2. La norma specifica un metodo di prova per la resistenza alla penetrazione di guanti di protezione contro prodotti chimici e/o microorganismi. Definizione: per penetrazione s’intende il passaggio di una sostanza chimica o di un micro-organismo attraverso la porosita  dei materiali, le cuciture, eventuali microforature o altre imperfezioni del guanto di protezione a livello non molecolare; Requisiti: un guanto non deve presentare perdite se sottoposto a prove di tenuta all’aria e all’acqua e dev’essere testato e controllato in conformita  con il livello di qualita  accettabile (AQL).

Indice di prestazione

Livello di qualita accettabile (AQL)

Livello d’ispezione

Livello 3

< 0,65

G1

Livello 2

< 1,5

G4

Livello 1

< 4,0

S4

 Pittogramma:

viene apposto se il guanto è conforme almeno ai livelli di prestazione 2 della prova di penetrazione.

 

§  * EN 374-3. La norma specifica la determinazione della resistenza dei materiali dei guanti di protezione alla permeazione dei prodotti chimici non gassosi potenzialmente pericolosi in condizioni di contatto continuo.

§  Definizione: per permeazione s’intende il passaggio di una sostanza chimica attraverso il materiale del guanto di protezione a livello molecolare; e  pertanto necessario misurare il tempo di permeazione o il tempo impiegato dal liquido per venire a contatto con la pelle.

§  Requisiti: l’impermeabilita  del guanto dev’essere garantita almeno per la lunghezza minima del guanto prevista dalla norma EN 420. Si considera un guanto resistente ai prodotti chimici se si ottiene un indice di protezione in Classe 2 per almeno tre prodotti chimici di prova scelti dalla seguente lista di 12 sostanze chimiche predefinite:

CODICE LETTERA

SOSTANZA CHIMICA

NUMERO CAS

CLASSE

A

Metanolo

67-56-1

Alcol primario

B

Acetone

67-64-1

Chetone

C

Acetonitrile

75-05-8

Composto di nitrile

D

Diclorometano

75-09-2

Paraffina clorurata

E

Bisolfuro di carbonio

75-15-0

Zolfo contenente composto organico

F

Toluene

108-88-3

Idrocarburo aromatico

G

Dietilammina

109-89-7

Ammina

H

Tetraidrofurano

109-99-9

Composto di etere ed eterociclico

I

Acetato di etile

141-78-6

Estere

J

n-eptano

142-85-5

Idrocarburo saturo

K

Idrossido di sodio 40%

1310-73-2

Base inorganica

L

Acido solforico 96%

7664-93-9

Acido minerale inorganico

Permeazione: ogni sostanza chimica testata viene classificata in termini di tempo di permeazione (indice di prestazione da 0 a 6).

Tempo di permeazione misurato

Indice di protezione

Tempo di permeazione misurato

Indice di protezione

> 10 minuti

Classe 1

> 120 minuti

Classe 4

> 30 minuti

Classe 2

> 240 minuti

Classe 5

> 60 minuti

Classe 3

> 480 minuti

Classe 6

 


Pittogramma:

viene apposto, seguito da un codice di almeno tre caratteri, se il guanto ottiene un tempo di permeazione di almeno 30 min ad almeno tre prodotti chimici di prova.

 

viene apposto se il guanto NON ottiene un tempo di permeazione di almeno 30 min ad almeno tre prodotti chimici di prova, ma conforme alla prova di penetrazione.

    


Guanti di protezione contro rischi meccanici

La norma specifica i requisiti, i metodi di prova, la marcatura e le informazioni fornite dal fabbricante per i guanti di protezione contro rischi meccanici da abrasione, taglio da lama, lacerazione e perforazione. Definizione: la protezione dai pericoli di natura meccanica e  rappresentata da un pittogramma seguito da quattro numeri (indici di prestazione), ciascuno dei quali indica il livello di prestazione del guanto rilevato dalla prova per un determinato rischio.

Requisiti:

  • Resistenza all’abrasione: indicata dal numero di cicli richiesti per abradere completamente il guanto di prova
  • Resistenza al taglio (da lama): indicata da un fattore calcolato sul numero di passaggi necessari per tagliare il guanto di prova a velocita  costante
  • Resistenza allo strappo: indica la forza necessaria per lacerare il provino
  • Resistenza alla perforazione: indica la forza necessaria per perforare il provino con una punta di dimensioni standard ndr nei quattro casi, lo zero indica il livello piu  basso di protezione come illustrato nella seguente tabella

 

 INDICI DI PRESTAZIONE

 

0

1

2

3

4

5

a Resistenza all’abrasione (cicli)

<100

100

500

2000

8000

 

b Resistenza al taglio (fattore)

<1.2

1.2

2.5

5.0

10.0

20.0

c Resistenza allo strappo (newton)

<10

10

25

50

75

 

d Resistenza alla perforazione (newton)

<20

20

60

100

150

 

 

 

 

 

 

 

 

Pittogramma:


a: resistenza all’abrasione (0-4) - b: resistenza al taglio da lama (0-5) - c: resistenza allo strappo (0-4) - d: resistenza alla perforazione (0-4)

  

Guanti di protezione contro rischi termici

La norma specifica requisiti, metodi di prova, informazioni da fornire e marcatura dei guanti di protezione contro calore e/o fuoco
Definizione e requisiti: la natura e il grado di protezione vengono indicati da un pittogramma seguito da una serie di sei cifre che precisano il livello di prestazione per le relative condizioni di rischio descritte nella tabella seguente:

DESCRIZIONE

livello 1

livello 2

livello 3

livello 4

a. Comportamento al fuoco

 

 

 

 

Persistenza fiamma (secondi)

≤20

≤20

≤3

≤2

Incandescenza (secondi)

 

≤120

≤25

≤5

 

 

 

 

 

b. Calore per contatto

 

 

 

 

Temperatura di contatto (°C)

100

250

350

500

Tempo id soglia (secondi)

≤15

≤15

≤15

≤15

 

 

 

 

 

c. Calore convettivo

 

 

 

 

(indice HTI)

<4

<7

<10

<18

 

 

 

 

 

d. Calore radiante

 

 

 

 

Trasmissione di calore f (secondi)

≤5

≤30

≤90

≤150

 

 

 

 

 

e. Piccoli spruzzi di metallo fuso

 

 

 

 

(goccioline)

≤5

≤15

≤25

≤36

 

 

 

 

 

f. Grandi proiezioni di metallo fuso

 

 

 

 

Ferro fuso (grammi)

30

60

120

200

Nota: “O” = il guanto non ha superato il test / “X” = il guanto non è stato provato

 


 Guanti di protezione per saldatura

La norma specifica requisiti e metodi di prova per guanti di protezione da utilizzare nella saldatura manuale dei metalli, nel taglio e nei procedimenti connessi.
E’ prevista una classificazione in due tipi:

  • Tipo B: quando e  richiesta elevata destrezza (es operazioni di saldatura TIG)
  • Tipo A: per gli altri processi di saldatura

  


Guanti di protezione contro il freddo

La norma specifica requisiti e metodi di prova per guanti che proteggono contro il freddo trasmesso per convezione o conduzione fino a -50°C

Definizione e requisiti: la protezione dal freddo e  rappresentata da un pittogramma seguito da una serie di 3 indici di prestazioni, relativi alle proprieta  di protezione specifiche. 

INDICI DI PRESTAZIONE

 

 

 

 

a
Freddo convettivo
Isolazione termica
Itr in m2 C/w

b
Freddo da contatto
Resistenza termica
R in m2 C/w

c
Impermeabilità
all'acqua

0

Itr <0,10

R<0,025

nullo

1

0,10<Itr<0,15

0,025<R<0,050

promosso

2

0,15<Itr<0,22

0,050<R<0,100

 

3

0,22<Itr<0,30

0,100<R<0,150

 

4

0,30<Itr

0,150<R

 

Nota: “0” = il guanto non ha superato il test / “X” = il guanto non è stato provato

NORMATIVE VIE RESPIRATORIE

La protezione delle vie respiratorie si ottiene mediante:

  • Un filtro per gas, quando il rischio si presenta sotto forma di gas.
  • Un filtro per aerosol, quando il rischio si presenta sotto forma di particelle solide o liquide.

Spesso si raccomanda di associare le due tipologie di filtro, in particolare quando ci si trova in presenza di vapori, a temperatura ambiente, che possono dare origine a condensa.

La scelta dei filtri

I filtri devono essere selezionati in funzione:

  • delle sostanze tossiche dalle quali si desidera proteggersi
  • del lavoro che si deve svolgere
  • della modalità d’esecuzione e della durata dell’intervento
  • degli apparecchi di cui si dispone

 


CLASSI D’UTILIZZO DEI FILTRI:

Protezione da gas/vapori

Protezione contro particelle, polveri ed aerosol

CLASSE 1
per un tenore in gas inferiore allo
0,1% in volume

CLASSE 2
per un tenore in gas compreso tra
lo 0,1% e lo 0,5% in volume

CLASSE 3
per un tenore in gas compreso
tra lo 0,5% e lo 1% in volume (contenitori di
grande capacità portati alla cintura)
CLASSE 1
(P1 o FFP1) per proteggere dalle particelle
solide grossolane senza tossicità specifica (carbonatodi calcio)

CLASSE 2
(P2 o FFP2) per proteggere dagli aerosol solidi
e/o liquidi indicati come pericolosi o irritanti (silice - carbonato di sodio)

CLASSE 3
(P3 o FFP3) per proteggere dagli aerosol solidi
e/o liquidi tossici (berillio - cromo, legno duro)

 

Gas - Vapori: per ogni sostanza contaminante, il filtro adeguato

A

Gas e vapori organici (solventi e idrocarburi) con punto di ebollizione superiore a 65°

AX

Gas e vapori organici (solventi e idrocarburi) con punto di ebollizione inferiore a 65°

B

Gas e vapori inorganici (cloro, idrogeno solforato, acido cianidrico)

E

Gas e vapori acidi (anidride solforosa)

K

Ammoniaca e derivati organici amminici

P

Particelle, aerosol solidi e liquidi

HgP3

Vapori mercurio

NOP3

Monossido d’azoto

CO

Monossido di carbonio

I

Iodio

 
Sono da considerarsi dispositivi filtranti di protezione delle vie respiratorie: facciali filtranti per particelle, facciali filtranti per gas e vapori, semimaschere con filtri, maschere intere con filtri.

 

Normative europee di riferimento

FACCIALI MONOUSO

  • EN 149 facciali filtranti antipolvere
  • EN 405 facciali filtranti antigas e vapori

 

FACCIALI RIUTILIZZABILI

  • EN 140 semimaschere
  • EN 136 maschere intere
  • EN 143 filtri antipolvere
  • EN 148 filettatura per maschere
  • EN 14387 filtri antigas e combinati

 

VENTILAZIONE ASSISTITA

  • EN 12941 apparecchi filtranti con caschi o cappucci contro particelle, gas e vapori
  • EN 12942 apparecchi filtranti con con maschere complete, semimaschere o quarti di maschera contro particelle gas e vapori

Tutti i dispositivi sono appartenenti alla III categoria di rischio (rischi di morte o lesioni gravi).Questi dispositivi proteggono da polveri (particelle solide, nebbie, fumi), gas e vapori di sostanze con determinate concentrazioni e tossicità.
EN 149:2001 + A1:2009 * Nel 2009 è entrata in vigore la revisione della norma europea EN 149:2001 + A1:2009 (che sostituisce la precedente norma EN 149:2001) dove vengono stabiliti nuovi requisiti minimi di filtrazione per i vari livelli di protezione dei facciali filtranti. La nuova norma introduce la differenziazione tra facciale filtrante monouso e facciale filtrante riutilizzabile ( per più turni di lavoro).

Per identificarne la classificazione sul prodotto, si utilizzano le seguenti marcature:

  1. “NR” per facciali non riutilizzabili
    1. condizionamento climatico a condizioni alterate prima della prova ;
    2. nuovo test di efficienza – un prolungamento a lungo termine del precedente test di penetrazione ;
    3. test opzionale relativo ai requisiti di intasamento con polvere di Dolomite (classificazione e marcatura del prodotto “D”);
  2. per facciali utilizzabili per più di un turno di lavoro
    1. condizionamento climatico a condizioni alterate prima della prova;
    2. nuovi test di pulizia e igienizzazione del prodotto prima dei test di penetrazione;
    3. nuovo test di efficienza – un prolungamento a lungo termine del precedente test di penetrazione;
    4. nuovo test di conservazione di 24 ore post-esecuzione;
    5. nuovo test di penetrazione da ripetere dopo la conservazione;
    6. test obbligatorio relativo ai requisiti d’intasamento con polvere di Dolomite (classificazione e marcatura del prodotto “D” ;

 


Non sono da utilizzare facciali filtranti o respiratori a filtro nei seguenti casi:

  • insufficienza di ossigeno (concentrazione < 17%)
  • concentrazione del contaminante nell’aria superiore ai limiti di esposizione consentiti dai respiratori a filtro
  • se i contaminanti hanno soglia olfattiva superiore al TLV (non percepibili all’olfatto).

Per determinare la scelta di un filtro si deve sapere il valore del TLV, il FATTORE DI PROTEZIONE
NOMINALE DEL PROTETTORE, il FATTORE DI PROTEZIONE RICHIESTO e la TOSSICITA’ DEL CONTAMINANTE. TLV:
è la concentrazione media caratteristica di ogni singola sostanza, ponderata nel tempo di una settimana lavorativa (40 ore) alla quale un lavoratore può essere esposto senza effetti negativi per la propria salute.

FATTORE DI PROTEZIONE NOMINALE:
rapporto tra la concentrazione del contaminante nell’ambiente e la sua possibile concentrazione all’interno del facciale

Fattori di protezione nominali dei dispositivi di protezione più comuni:

 

Facciali EN 149

Facciali EN 405

Semimaschere

Maschere intere

Prot. polveri P1
4
4
4
5
Prot. polveri P2
12
12
12
16
Prot. polveri P3
50
50
50
1000
Gas e vapori
-
20
20
2000

 

FATTORE DI PROTEZIONE RICHIESTO:
rapporto tra la concentrazione media sul luogo di lavoro del contaminante ed il TLV.

TOSSICITA’ DEL CONTAMINANTE:
più il contaminante è tossico e maggiore deve essere l’efficacia filtrante anche a bassa concentrazione del contaminante.

SCELTA DEL RESPIRATORE E DEL FILTRO PIU’ ADATTI
La scelta deve sempre partire dalla corretta valutazione del rischio: valutare la natura del contaminante per scegliere il tipo di filtrante da utilizzare; valutare la concentrazione del contaminante per determinare il tipo di respiratore e la classe del filtro da utilizzare. Dividendo la concentrazione media sul luogo di lavoro per il TLV del contaminante,si ottiene il fattore di protezione richiesto. Il dispositivo adeguato dovrà fornire un fattore di protezione nominale superiore al fattore di protezione richiesto. Sono disponibili delle tabelle che indicano per i più comuni contaminanti il tipo di filtro più idoneo. Qualsiasi tipo di filtro dovrà essere sostituito quando l’utilizzatore avverte l’odore od il sapore del contaminante.

 

Norme europee per la protezione della vista

Norme principali

EN 166: requisiti di base
EN 167: metodi per test ottici
EN 168: metodi per test non ottici

Norme per tipologie di filtro (lenti)

EN 169: filtri per saldatura
EN 170: filtri per UV
EN 171: filtri per IR (infrarossi)
EN 172: filtri solari per utlilizzo industriale

Saldatura

EN 175: dispositivi per la protezione dagli occhi e del viso durante la saldatura e le tecniche connesse
EN 1731: specifiche visiera mista (a rete)


Significato della marcatura sulla montatura

XXX identificazione del fabbricante
166 numero della norma
xxx campi di utilizzo
3 = liquidi (goccioline o spruzzi)
4 = particelle grossolane (polveri con particelle di dimensioni > 5 micron)
5 = gas e particelle di polvere fini (gas, vapori, spruzzi, fumi e polveri con particelle di dimensioni < 5 micron)
8 = arco elettrico da corto-circuito
9 = metalli fusi e solidi caldi
S resistenza alla robustezza incrementata (12 m/s)
F resistenza all’impatto a bassa energia (45 m/s)
B resistenza all’impatto a media energia (120 m/s)
A resistenza all’impatto ad alta energia (190 m/s)
T resistenza a particelle ad alta velocita  a temperature estreme
H protettore oculare previsto per una testa di piccole dimensioni


Significato della marcatura della lente

3 codice n°: indica il tipo di filtro (2 e 3 = UV; 4 = IR ; 5 e 6 = filtri solari)
1.2 livello di protezione: indica la graduazione della lente
xxx identificazione del fabbricante
1 classe ottica (1 = uso continuativo ; 3 = uso occasionale)
S/F/B/A resistenza meccanica
8 resistenza all’arco elettrico da corto-circuito
9 non aderenza del metallo fuso e resistenza alla penetrazione dei solidi caldi
K resistenza all’abrasione da particelle fini
N resistenza all’appannamento
O lenti originali
V lenti di ricambio

 


SELEZIONI DELLE LENTI E APPLICAZIONI

 Lenti
Codice tipo di filtro
Numero graduazione*
Norma Europea
Campi di impiego
Incolore
Giallo HDL
Ultravioletti (UV)
·         da 2 a 33 per prodotti
·         EN 170:1992,
·         sostituito da 2C
·         per EN 170:2002
da 1.2 a 5
EN 170
Arco elettrico da corto circuito. Lampade a vapori dimercurio ad alta pressione, scarsa luminosità (giallo)
Verdi IR nelle graduazioni
1.7 - 3 - 5
(Horizon) blu cobalto
Infrarossi 4
da 1.7 a 7
EN 171
Industria di lavorazione del vetro - Fonderia
Argento I/O
Grigio TSR
Blu a specchio
Arancio a specchio
Argento a specchio
Filtro solare da 5 a 6
da 1.7 a 4
EN 172
Luce solare ad alta intensita di - Lavoro all’esterno
Verde nelle graduazioni
da1.7 a 6
Filtro saldatura da 1.7 a 7
da 1.7 a 7
EN 169
Aiuto saldatore (gradazione 1.7)
Saldobrasatura (gradazione da 3 a 5)
Ossitaglio (gradazione da 5 a 7)
Saldatura ad arco (gradazione >7 richiede l’uso dischermi)
*piu alto è il numero, tanto più scura è la tonalità della lente

 


ALTRI UTILIZZI SPECIFICI

 Rischi
Marcatura lente
Tipo di protettore
Gocce e spruzzi

3
Visiere (spruzzi)
Occhiali a mascherina (gocce)
Polveri grossolane
4
Occhiali a mascherina
Gas e polveri fini
5
Occhiali a mascherina (senza ventilazione)
Arco elettrico da corto circuito
8
Spessore minimo schermi 1.2 mm
(EN166:1995) filtrazione UV al 99,9%
Metalli fusi e solidi incandescenti
9
Occhiali a mascherina - visiere